Archives de catégorie : Lampedusa

« Fuocoammare », Lampedusa, feu en mer, Marie Soyeux, la-croix.com, 27/09/2016

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” (…) En se refusant le droit au commentaire, Gianfranco Rosi s’oblige à positionner son regard, avec une exigence et une patience extrêmes. Lorsqu’il s’installe sur l’île de Lampedusa, à 200 kilomètres de la Sicile, après le terrible naufrage du 3 octobre 2013, mille caméras l’ont précédé.

Toutes ont rendu compte de la tragédie répétée de ces rivages. Des images, des chiffres, des interviews ont été compilés. On parle de 400 000 migrants depuis 1990 – pour combien de morts ? L’énormité des chiffres n’en demeure pas moins abstraite à ses yeux. Son intention n’est alors pas politique, mais plutôt éthique.

Il s’agit de trouver le point de vue qui échappe à la fois à l’abrutissement des données et à la violence soudaine des images. Il pose sa caméra pour longtemps – dix-huit mois – et de biais.

Lui qui affirme haïr les ciels bleus et ne rien pouvoir filmer sous une lumière trop vive s’imbibe de l’hiver de Lampedusa. Il part à la rencontre de quelques habitants, troublé par un paradoxe : ces derniers, au plus près du drame, ne sont pour beaucoup plus en contact avec les migrants.” (…)

> (Re) lire : À Berlin, un Ours d’or pour Lampedusa

http://www.la-croix.com/Culture/Cinema/Fuocoammare-Lampedusa-feu-en-mer-2016-09-27-1200792099

Voir aussi notre rubrique Lampedusa :

https://enigmur.hypotheses.org/category/medimurs/iles-med/lampedusa-2013-2015

 

 

 

Lampedusa/revue de presse depuis 2016/Evelyne Ritaine

 

@Calogero Camilleri, Fabrica
@Calogero Cammalleri, Fabrica

“Lipadusa“ arriva in Germania (Calogero Cammalleri, Lipadusa, Photos, Fabrica ed., 2014)

“Lipadusa è il titolo del libro e della mostra fotografica di Calogero Cammalleri, ex studente di Fabrica, che sarà esposta dal 28 febbraio al 19 giugno presso il Museo Kunst der Westküste sull’isola di Föhr (Schleswig-Holstein, Germania settentrionale). Le foto vengono esposte per la prima volta in Germania.

Lipadusa è un progetto sull’identità di Lampedusa. Divenuta suo malgrado sinonimo di migrazione, di tragedie in mare, di un centro d’accoglienza straripante disperati e miseria è raccontata nel libro di fotografie di Calogero Cammalleri e il testo della giornalista Silvia Giralucci, nella sua veste più autentica e profonda.

Le fotografie di Calogero ritraggono lo scorrere della vita di pescatori, bambini, animali di Lampedusa. Calogero è un migrante di ritorno: partito a tre anni con la sua famiglia dalla Sicilia per la Germania, torna nella sua terra dopo diciassette anni a cercare le sue origini.” (…)

http://www.left.it/2016/02/28/lipadusa-arriva-in-germania/

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“Non arrivano terroristi a Lampedusa, basta con queste sciocchezze”, A. Ziniti, larepubblica.it, 01/02/2016

Il sindaco Giusy Nicolini ribatte al ministro della Difesa francese Le Drian che ieri aveva rilanciato l’allarme e chiede l’intervento di Renzi

(…) “Sono molto arrabbiata, anzi sono arrabbiatissima. Il ministro francese ha detto una sciocchezza sul rischio Isis a Lampedusa – ha dichiarato la Nicolini all’Adn Kronos.-  Non è possibile che ogni volta che bisogna lanciare un allarme, si debba parlare di Lampedusa, quando finora Lampedusa è stata simbolo di ben altro, cioè di un grande lavoro di soccorso e accoglienza”.

Il ministro francese ieri ha sottolineato che Lampedusa è a 350 chilometri dalle coste della Libia, osservando che “quando sul Mediterraneo c’è bel tempo, c’è il rischio che (i miliziani dell’Isis) possano fare la traversata, mescolandosi ai migranti è un grande rischio”.

“Quello che dice il ministro della Difesa francese è privo di fondamento – dice il sindaco Nicolini – non tiene assolutamente conto dei dati e mi fa impressione che uno statista europeo di questa levatura non sappia che dei 150.000 migranti arrivati nel 2015 via mare , solo 20 mila profughi sono stati portati a Lampedusa, gli altri 130 mila sono stati portati sulle coste siciliane. Non capisco perché il pericolo dovrebbe essere Lampedusa. Inoltre vorrei ricordare al ministro francese che gli autori dei più recenti attentati terroristici a Parigi sono cittadini francesi e non provenienti da Lampedusa. Noi da più di venti anni ci occupiamo di accoglienza e posso assicurare che sui barconi arriva solo gente disperata. Solo un disperato prende la barca sapendo che può morire ustionato o annegato o addirittura ammazzato. Solo uno stupido potrebbe restare, inoltre, intrappolato a Lampedusa. Ecco perché dico che mi sembra una grande sciocchezza ciò che dice il ministro. C’è stata leggerezza nel dire quelle frasi. E questo farà pagare, per l’ennesima volta, un prezzo molto alto all’isola, in termini di turismo” (…)

http://palermo.repubblica.it/cronaca/2016/02/01/news/_non_arrivano_terroristi_a_lampedusa_basta_con_queste_sciocchezze_-132477914/?ref=HREC1-19

Lampedusa, l’allarme della Francia: “Pericolo infiltrazioni Is tra i migranti”, larepubblica.it, 31/01/2016

Il ministro della Difesa Le Drian indica nella Libia il focolaio che desta maggior preoccupazione per l’espansione di Daesh e l’avvio di un nuovo conflitto dopo Siria e Iraq

http://www.repubblica.it/esteri/2016/01/31/news/libia_allarme_is_ministro_difesa_francese-132438711/

Lampedusa / Revue de presse 2013-2015 / Evelyne Ritaine

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Porta di Lampedusa Porta d’Europa

Monument to Sea Migrants on Lampedusa, Italy. On the shore at Lampedusa is a monument created by famed Italian artist, Mimmo Paladino, in memory of thousands of illegal immigrants who have perished trying to reach Europe. Photo courtesy of Paladino Studios.

http://www.flickr.com/photos/dukeunivlibraries/3807518405/sizes/z/in/photostream/

Le mot du jour :

“Il est honteux de leur demander de savoir nager” (à propos des candidats à l’asile), Giusi Nicolini, la maire de Lampedusa
http://lemonde.fr/europe/article/2013/10/25/apres-le-drame

“La mer représente la mort. Elle fait son travail : elle cache les cadavres”, Emanuele Crialese (réalisateur du film Terra ferma)
http://www.rue89.com/rue89-culture/2012/03/15/

“Li lasciamo annegare, per negare”, Erri De Luca in “Noi, carcerieri di viaggiatori”, libreidee.org, 23 mars 2010, http://www.libreidee.org

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Crédit : Plantu, avec son aimable autorisation : Grazie!

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Le naufrage du 3 octobre 2013 à Lampedusa dans la presse italienne : retour réflexif

Les deux schémas ci-dessous sont publiés ici avec l’autorisation de leurs auteurs que nous remercions vivement.

Source initiale : Associazione Carta di Roma, Notizie alla deriva, 2014, http://www.cartadiroma.org/
  • Marco Bruno, Università La Sapienza-Roma

Principaux éléments de la narration télévisée du 3 au 23 octobre, après le naufrage du 3 octobre 2013 :

Source : "Frame e discorsi televisivi nel raconto del dolore. Il naufragio di Lampedusa nei talk italiani", Notizie alla deriva, op. cit.

“Le due dimensioni del lutto e della politica – che in questi titoli appaiono come unità semantiche praticamente autoevidenti – rappresentano i quadri interpretativi prevalenti del racconto del naufragio, con una prevalenza della dimensione del dolore, del lutto e dell’empatia nei confronti delle vittime, aspetto abbastanza inedito per l’informazione italiana: infatti la discussione politica appare sì centrale (e, soprattutto con il passare delle ore, aumenterà di peso), tuttavia appare meno polarizzata e, in qualche misura, meno incline alla ricaduta nella contrapposizione tra opposti schematismi ideologici che normalmente caratterizza il panorama politico e informativo italiano” (Notizie alla deriva, p.82)

Titoli delle unità analizzate (solo trasmissioni o segmento dedicato a Lampedusa)
Trasmissione Data Titolo esplicito della puntata o del segmento
Linea Notte 3 ottobre 2013 Vergogna
Porta a Porta 3 ottobre 2013 I morti non finiscono mai
Porta a Porta 3 ottobre 2013 Un mare di morti
Porta a Porta 3 ottobre 2013 Lampedusa, tragedia senza fine
Otto e mezzo 3 ottobre 2013 Il mio viaggio all’inferno
Agorà 4 ottobre 2013 Verrà la morte e avrà i nostri occhi
L’aria che tira 4 ottobre 2013 Lampedusa ha cambiato l’agenda politica
L’aria che tira 4 ottobre 2013 La politica litiga anche su Lampedusa
L’aria che tira 4 ottobre 2013 Lutto nazionale
Servizio Pubblico 4 ottobre 2013 Terra!?
Coffee Break 5 ottobre 2013 Vox populi: Lampedusa e la crisi politica
Linea Notte 7 ottobre 2013 Diritto di asilo
Porta a Porta 7 ottobre 2013 Dal fondo del mare riemergono decine di corpi
Porta a Porta 7 ottobre 2013 Il cimitero nella stiva
Linea Notte 9 ottobre 2013 Mai più
Linea Notte 11 ottobre 2013 Ancora morte
Matrix 11 ottobre 2013 Un’altra strage
Piazza Pulita 12 ottobre 2013 Lampedusa per non dimenticare
Linea Notte 14 ottobre 2013 Mare mortuum
Otto e Mezzo 15 ottobre 2013 Boldrini e i suoi nemici
Linea Notte 21 ottobre 2013 Lacrime e rabbia
Linea Notte 23 ottobre 2013 I vivi e i morti
  • Marinella Belluati, Università di Torino

Co-occurences de thèmes avec le terme Lampedusa dans la presse écrite durant la semaine suivant le naufrage du 3 octobre 2013 :

Source : "Lampedusa, 3 ottobre 2013. Cronaca di una tragedia", Notizie alla deriva, op. cit.

“Porre l’accento sui corpi , sui cadaveri, sulle vittime, sulla morte, significa fissare tutto l’asse interpretativo sull’aspetto emozionale del discorso pubblico contribuendo ad allontanare la tematizzazione, ovvero quella forma di discorso riflessivo, che produce argomentazione utile all’agire politico razionale” (Notizie alla deriva, p.75)

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Revue de presse :

Shipwreck start-up: hope for African migrants building a new life in Germany,  Hans von der Brelie, euronews.com, 09/01/2015

(…) “Having witnessed death and suffering in a torturous voyage across the Sahara and the Mediterannean, they ended up in Berlin. Today they have a lead role in an incredible, inspirational start-up for refugees, which designs and builds furniture. But their handcrafted chairs are no ordinary pieces of carpentry. They are made from wood salvaged from the wrecks of migrant ships.

With this potential income source and changes to the asylum process in Germany their chances of being allowed to stay in Europe have improved.”  (…)

http://www.euronews.com/2015/01/09/shipwreck-start-up-hope-

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Squadra di immigrati fa battere ad Amburgo il cuore di Lampedusa, Gaetano Ravanà,  lasicilia.it, 26/11/2014

” Questa storia comincia nell’inverno del 2012. A Lampedusa, arriva l’ennesimo barcone carico di giovani che hanno lasciato tutto quello che possedevano per tentare di rifarsi una vita nel vecchio continente. (…)

Questi ragazzi si sentono coccolati, ma capiscono ben presto che non possono rimanere lì, devono raggiungere la Germania. Dopo varie peripezie, riescono nel loro intento. Una trentina di loro ragginge Amburgo. Vengono subiti accolti bene. Ma la loto fortuna dura poco, perché il Senato di Amburgo (ovvero l’esecutivo che amministra la città), alla fine del programma nell’aprile del 2013, spinge per rispedire in Italia quelli che ormai sono diventati in città «I rifugiati di Lampedusa». ” (…)

http://www.lasicilia.it/articolo/club-di-immigrati-fa-battere-ad-amburgo-il-grande-cuore-di-lampedusa

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“La scelta di Catia-80 miglia a sud di Lampedusa”, su Rai Storia il docu-film con protagonista la salentina comandante di nave militare, Ines De Marco, ilpaesenuovo.it, 04/11/2014

“Andrà in onda domani, alle 21.30 su Rai Storia, “La scelta di Catia – 80 miglia a Sud di Lampedusa”, il primo racconto in presa diretta dell’operazione “Mare Nostrum”.

La protagonista della storia è Catia Pellegrino, 37 anni originaria di Neviano, prima donna al comando di una nave dennal marina militare italiana: il pattugliatore Libra. Il viaggio che viene rappresentato è emozionante.” (…)

http://www.ilpaesenuovo.it/2014/11/04/la-scelta-di-catia-

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Lampedusa sentinella Nato del Mediterraneo,  antoniomazzeoblog, 25/09/2014

“Lampedusa torna a fare da avamposto delle forze armate italiane e Nato nel Mediterraneo. A dare nuova linfa ai processi di militarizzazione della piccola isola a sud della Sicilia, l’installazione di due potenti impianti di sorveglianza radar. Come rivelato dal settimanale L’Espresso, gli impianti di Lampedusa hanno ricevuto il primo via libera con la conferenza di servizio del 15 luglio scorso. Il primo di essi sarà predisposto dalla Marina militare nell’ambito del programma pluriennale di ammodernamento e potenziamento delle infrastrutture nazionali (in tutto undici), facenti parte della Rete radar costiera (RRC) e della Centrale di Sorveglianza Marittima Associata (CSMA), la piattaforma fondamentale per la cosiddetta Consapevolezza della Situazione Marittima che consente di avere sotto controllo tutte le attività navali in corso nel Mediterraneo ” (…)

http://antoniomazzeoblog.blogspot.it/2014/09/lampedusa-sentinella-nato-del.html

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Lampedusa, un registro del Dna per le vittime , Paolo Lambruschi , avvenire.it,  26/09/2014

” Un anno dopo il naufragio di Lampedusa molti morti non hanno ancora un nome e non è stato possibile identificarli con precisione. L’Italia aveva, però, promesso che avrebbe aiutato i parenti nel riconoscimento e nell’eventuale rimpatrio della salma.

Il governo italiano ha quindi da poco fatto partire un progetto che potrebbe consentire ai parenti di contribuire all’identificazione dei poveri resti. L’ufficio ritrovamento delle persone scomparse del Viminale ha infatti raccolto in questi 12 mesi il dna di parecchi dei 366 morti affogati la notte del 3 ottobre 2013 al largo dell’isola pelagica. Quindi ha chiesto aiuto alle organizzazioni di appoggio ai migranti più diffuse nel mondo o a quelle dei rifugiati, tutti in contatto sia con gli eritrei in patria che con quelli della diaspora, per rintracciare i parenti dei morti e pubblicizzare loro la possibilità di farsi prelevare anche vicino a casa un campione di dna. In questo modo i tecnici del ministero riescono a incrociare i dati e a verificarne la compatibilità. Il passaggio successivo è procedere all’identificazione dei poveri resti, oggi spesso anonimamente sepolti in diverse località siciliane, e consentire a fratelli e genitori di piangere sulla tomba dei propri cari.” (…)

http://www.avvenire.it/Cronaca/Pagine/strage-di-lampedusa-le-vittime-avranno-nome.aspx

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Il miliardario che vuole aiutare Lampedusa, Il progetto di Soros per l’isola dei migranti, Piero Messina, espresso.repubblica.it, 09/09/2014

“Open society, la fondazione creata dal mecenate americano si impegna a creare a costo zero nuove opportunità di sviluppo del territorio diventato simbolo delle rotte migratorie tra l’Africa e l’Europa. Il primo step? Il festival internazionale Sabir (…)”

http://espresso.repubblica.it/attualita/2014/09/09/news/il-miliardario-

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From Lampedusa to Hamburg: time to open the gates! Susi Meret and Martin Bak Jørgensen, roarmag.org, 10/07/2014

As European countries throw up their walls and clamp down on refugees and migrants, the latter are increasingly responding with peaceful resistance.

(…) ” It happened recently with the ‘Lampedusa in Hamburg’ movement, which was formed in March 2013 as a direct response of a group of refugees from the Libyan war to a number of German and European laws. About 300 refugees coming from Italy openly challenged the limits to free movement imposed by the Dublin Regulations that prevent them to move to, stay and work in another European country than the one they first arrived in.” (…)

http://roarmag.org/2014/07/lampedusa-hamburg-europe-refugees/

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L’Europa a Lampedusa,  Corrado Oppedisano, avantionline, 13/08/2014

“Lampedusa registra centinaia di migranti morti, persone che si aggiungono a nuovi episodi come i 19 morti asfissiati dai gas di stiva, sessanta annegati da un barcone. E’ necessaria una forte risposta politica europea ed internazionale per capire e combattere le cause di tali fenomeni.

Si apprende che i Socialisti europei hanno scelto di tenere la riunione annuale della Commissione internazionale per le Migrazioni proprio sull’isola siciliana il prossimo Ottobre. Di conseguenza il Premier Renzi potrebbe convocare formalmente la Commissione europea proprio a Lampedusa. Nessuna commemorazione, ma una sessione operativa della UE diretta dall’italia su protezione umanitaria, interventi UE, riforme strutturali, visione euro-mediterranea e dialogo internazionale per la distensione e la pace.” (…)

http://www.avantionline.it/2014/08/corrado-oppedisano-litalia-inviti-la-commissione-ue-a-lampedusa/#.U_tWbqocS1I

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Lampedusani – Un viaggio nella terra dell’accoglienza, Mimmo Mastrangelo, cinemaitaliano.info , 17/07/2014

“Lampedusani”, 2014, Un poetico documentario su Lampedusa, realizzato dalla regista Costanza Quatriglio con protagonista Erri De Luca.”Occupano i nostri posti anche quando noi stiamo seduti e loro viaggiano in piedi…”.

Mentre un barcone costeggia Lampedusa lasciando intravedere alla distanza il monumento della “Porta dell’Europa” dell’artista Mimmo Paladino, “LampeduSani” di Costanza Quatriglio si apre con la voce rauca di Erri De Luca che cita per due volte le parole del poeta brasiliano Ledo Ivo. ” (…)

http://www.cinemaitaliano.info/news/24889/lampedusani-un-viaggio-nella-terra-dell-accoglienza.html

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Lampedusa, flash mob di Amnesty sulla spiaggia dei migranti: prima le persone, poi i confini, Giorgio Ruta, 5 août 2014

“Un flash mob a Lampedusa per chiedere all’Europa di cambiare la politica sull’immigrazione. Proprio lì, nell’isola divenuta simbolo di una continua tragedia. Una cinquantina di attivisti di Amnesty, a terra e in piccole imbarcazioni, hanno mostrato dei cartelli con su scritte le cifre della strage dei migranti. “Con il semestre di turno di presidenza europea, l’Italia ha l’opportunità di chiedere agli stati membri dell’Ue che le persone vengano prima delle frontiere – dicono gli attivisti – La “Fortezza Europa”, le sue politiche e prassi di controllo dell’immigrazione hanno un altissimo costo umano: dal 2000, almeno 23.000 persone sono morte nel tentativo di raggiungere l’Europa”.

http://video.repubblica.it/edizione/palermo/lampedusa-flash-mob-di-amnesty-sulla-spiaggia-dei-migranti-prima-le-persone-poi-i-confini/174259/172876?ref=HREC1-20

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Dix-neufs immigrants meurent asphyxiés au large de Lampedusa, lemonde.fr, 19/07/2014

“Un nouveau drame s’est produit au large de l’Italie. Les secouristes italiens et maltais ont retrouvé les corps de dix-huit immigrants sur un bateau au large de l’île italienne de Lampedusa, apparemment morts asphyxiés par les gaz d’échappement de leur embarcation. Un 19ème homme est mort pendant le sauvetage.” (…)

http://lemonde.fr/europe/article/2014/07/19/dix-neufs-immigrants-

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Photo : P. Cuttitta, avec son aimable autorisation

Mare Magnum, Ester Sparatore et Letizia Gullo, documentaire, France, 2014

Lampedusa : «Pourquoi l’âme de cette île est-elle si mortifiée?», Antoinette Delafin, RFI, 18/04/2014

“Ester Sparatore et Letizia Gullo ont choisi de filmer l’élection municipale de 2012 à Lampedusa dans Mare Magnum.

Un documentaire dont l’angle original nous fait découvrir le point de vue des habitants de cette île oubliée du sud de l’Italie, dont les médias ne parlent que pour compter les morts tragiques de migrants naufragés et critiquer leurs conditions d’accueil calamiteuses. Ce film présenté fin mars au Cinéma du Réel à Paris montre les effets de l’Italie évanescente de l’ère Berlusconi, notamment au cours de cet hiver 2011, quand les printemps arabes avaient produit leur lot de désespérés de l’autre côté de la Méditerranée. ” (…)

Mare Magnum, par Ester Sparatore et Letizia Gullo. France (73’). Production Ferris et Brockman 2014.

http://www.rfi.fr/mfi/20140418-cinema-campagne-municipales-lampedusa-italie-immigration/

 

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Alfano: “Mare Nostrum non può durare all’infinito”. Mogherini: “Nessuno si volti dall’altra parte”, repubblica.it, 14/06/2014

“Il ministro dell’Interno a Catania per incontrare sindaci e prefetti siciliani interessati dall’emergenza immigrazione. Il ministro degli Esteri chiede la collaborazione della comunità internazionale: “Condividere la responsabilità dell’accoglienza”” (…)

http://palermo.repubblica.it/cronaca/2014/06/14/news/immigrazione_alfano_a_catania_incontra_sindaci_e_prefetti_siamo_qui_per_trovare_soluzioni-88950296/

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Nouveau naufrage d’un bateau au large de Lampedusa, Le Monde.fr (AFP, Reuters), 12/05/2014

“Près de sept mois après le naufrage qui avait fait plus de 350 morts, un nouveau bateau transportant des immigrants clandestins a coulé, lundi 12 mai, au large de l’île italienne de Lampedusa.

L’embarcation s’est abîmée à 80 kilomètres des côtes libyennes et 160 kilomètres de l’île sicilienne, avec près de 400 personnes à son bord. Selon les médias italiens, au moins quinze corps ont été repêchés.” (…)

http://lemonde.fr/europeennes-2014/article/

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Sicile : la nouvelle Lampedusa, Alessandra Ziniti, La Repubblica, Courrier international, 22/04/2014

“Plus de 1 200 migrants venus des côtes africaines sont arrivés en Sicile en moins de vingt-quatre heures, pendant le week-end de Pâques. Mais les structures d’accueil font cruellement défaut.

(… ) La nouvelle Lampedusa se trouve ici, le long de la côte entre Porto Empedocle et Augusta, 150 kilomètres à travers les provinces d’Agrigente, Raguse et Syracuse [sud de la Sicile]. Au milieu des plages rendues célèbres par le commissaire Montalbano [héros de l’écrivain Andrea Camilleri, adapté en série télévisée] et des campagnes de Val di Noto, où Anglais, Russes et Américains ont acheté d’anciens corps de ferme pour leurs vieux jours. C’est ici que passent des milliers de ressortissants extracommunautaires qui ont fui leur pays. On compte parmi eux d’innombrables mineurs. Les trois quarts des 400 jeunes qui étaient logés dans une école d’Augusta se sont récemment enfuis, pieds nus et tout juste habillés, sans rien à boire ni à manger” (…)

http://www.courrierinternational.com/article/2014/04/22/

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SOS Lampedusa: 400 migranti bagnati e senza cibo al molo, Giusi Spica, palermo.repubblica.it, 10/04/2014

” Nonostante la chiusura del centro di accoglienza, continuano gli sbarchi nell’isola delle Pelagie. Sulla banchina dieci neonati umidi e digiuni aspettano di salire sulla nave che li trasferirà a Porto Empedocle. Niente volontari, in azione solo 4 sanitari dell’Asp

(…) Nell’isola, dopo la chiusura del centro di accoglienza per i lavori di ristrutturazione, non c’è nemmeno un volontario delle associazioni umanitarie.

In attesa che una nave di linea li porti a Porto Empedocle rimangono lì, distesi sul molo Favarolo. Lentamente i pullman li stanno trasportando a gruppi di 40 persone verso il molo commerciale, dove concluse le operazioni la nave salperà. A prendersi cura di loro ci sono solo quattro operatori sanitari del presidio dell’Asp di Palermo. “Siamo qui da stanotte alle quattro – racconta Pietro Bartolo, medico responsabile della struttura – ma siamo troppo pochi per affrontare da soliquesta nuova ondata. Nell’isola non c’è nulla, non abbiamo vestiti nè cibo a sufficianza per soccorrere queste persone. I bambini rimangono al sole in attesa che si asciughino i loro vestiti. E tra i nuovi arrivati ci sono persone che stanno male. Abbiamo bisogno di rinforzi”. (…)

http://palermo.repubblica.it/cronaca/2014/04/10/

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La disorganizzazione italiana tra paternalismo, allarmi ed emergenza. Il disastro umanitario oltre Lampedusa, Antonello Mangano, terrelibre.org, 10/04/2014

“C’è l’invasione anche quando in Italia non si ferma nessuno. Ci sono gli sbarchi a Lampedusa anche quando 11mila persone passano da tutt’altra parte. I luoghi comuni nascondono il disastro dei centri improvvisati, dei respingimenti differiti, dei minori non accompagnati. E i partiti non parlano di corridoi umanitari per paura di perdere voti

Da gennaio circa 11mila profughi sono arrivati in Italia. Sono stati salvati in mare e nessuno di loro è sbarcato autonomamente. Neanche uno è passato da Lampedusa. Eppure si parla ancora di sbarchi a Lampedusa. Lampedusa è un’ossessione. I profughi provengono da aree di conflitto ben delimitate (Siria, Eritrea, Somalia) e sarebbe molto più utile provare a parlare delle cause di quelle guerre piuttosto che blindare le frontiere. O gridare all’invasione. Che non c’è mai stata, meno che mai ora.  (…)

http://www.terrelibere.org/7506

Photo : Lampedusa. Source  : ibidem.

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Sindaco di Lampedusa e elezioni europee 2014 : andata e ritorno

* Elezioni europee 2014, Giusi Nicolini candidata con il Partito democratico, agrigenteonotizie.it, 6/04/2014

” (…) Il sindaco di Lampedusa e Linosa, Giusi Nicolini, si candiderà alle prossime elezioni europee con il Pd di Matteo Renzi. La notizia è stata confermata dallo stesso primo cittadino dell’arcipelago delle Pelagie: “Me lo ha chiesto il presidente del Consiglio Matteo Renzi, non potevo dire di no”. (…) “Mi candido per rafforzare il ruolo di Lampedusa – racconta il sindaco all’agenzia AdnKronos – . Non lascerò mai sola quest’isola. Metterò tutto il mio impegno per fare in modo che Lampedusa possa incidere sulle politiche del Mediterraneo”.”

http://www.agrigentonotizie.it/politica/

** Europee, Giusi Nicolini rinuncia alla candidatura nel Pd. Grillo attacca: “Quattro veline e un gabibbo”, Monica Rubino, repubblica.it, 10/04/2014

” Il sindaco di Lampedusa, spodestata da capolista, decide di sfilarsi dopo la direzione nazionale del partito, dove ha tenuto banco il ‘capitolo Sicilia’. (…)

http://www.repubblica.it/politica/2014/04/10/news/

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La maire de Lampedusa dénonce «un holocauste moderne» en Méditerranée, Carine Fouteau, Médiapart, 25/12/2013

“(…) Mediapart est allé à la rencontre de cette personnalité bouillonnante qui se retrouve à gérer une situation dépassant largement le cadre des fonctions d’un maire de 6 000 âmes. Giusi Nicolini estime que les politiques migratoires des pays de l’Union européenne doivent être profondément réformées car elles se révèlent « inhumaines » à l’égard de personnes fuyant la faim ou la guerre et « injustes » pour les personnes vivant « dans les lieux de frontière », tels les habitants de Lampedusa. Elle dénonce « un holocauste moderne en train de se dérouler en Méditerranée ». Au moment de notre visite, environ 600 migrants étaient retenus sur l’île, attendant d’être transférés dans un centre d’identification et d’expulsion sur le continent, où leur situation administrative serait examinée. Ce mardi 24 décembre, le gouvernement italien a annoncé son intention de « vider » le centre de ses occupants… En attendant de nouvelles arrivées. (…)

http://www.mediapart.fr/journal/international/251213/

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Il muratore di Lampedusa uomo dell’anno dell’Espresso, Fabrizio Gatti, espresso.repubblica.it, 27/12/2013

” Costantino Baratta la mattina del 3 ottobre è uscito in barca. Ha avvistato in mare un gruppo di naufraghi eritrei. E ne ha salvati dodici. Il nostro giornale dedica la copertina a lui e a tutti quelli che, come lui, non si tirano indietro. Quest’uomo è il personaggio dell’anno. ” (…)

http://espresso.repubblica.it/attualita/2013/12/27/news/uomo-dell-anno-1.147295

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Rome annonce l’évacuation du centre de Lampedusa, Philippe Ridet, lemonde.fr, 24/12/2013

“Le gouvernement italien a annoncé qu’il viderait dès mardi 24 décembre le centre d’accueil des réfugiés de Lampedusa. « D’ici à la fin de la journée, le centre de Lampedusa sera vidé de ses quelque 200 immigrés », a déclaré le vice-ministre de l’intérieur Filippo Bubbico dans un interview au quotidien Avvenire.

Khalid Chaouki, député du Parti démocrate (PD, gauche), passera peut-être Noël dans le centre de premiers secours bondé de Lampedusa.  (…)

http://lemonde.fr/europe/article/2013/12/24/

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Si ce sont des hommes” : la vidéo choc du CPSA de Lampedusa, Lucie Geffroy, Courrier international, 18/12/2013

Tournée par un migrant et diffusée sur la Rai, la vidéo montrant la désinfection sauvage d’immigrés du centre d’accueil de Lampedusa provoque une onde de choc. Jusqu’à Bruxelles.

” (…) Les réactions ont été immédiates. “On ne peut s’empêcher de penser aux camps de concentration, a commenté Giusi Nicolini, la maire de Lampedusa, connue pour son franc-parler. Une opération sanitaire de ce type ne se fait pas en plein air, en pulvérisant le produit sur des corps nus. J’ai honte de ces pratiques d’accueil”, a-t-elle ajouté, rappelant que la gestion des centres de premiers secours et d’accueil étaient du ressort du ministère de l’Intérieur et non des autorités locales.” (…)

http://www.courrierinternational.com/article/2013/12/18/

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Le sale business de l’accueil,  Alessandra Ziniti,  La Repubblica, Courrier international, 19/12/2013

Au lendemain de la diffusion d’une vidéo choc montrant le traitement épouvantable des migrants dans le centre d’accueil de Lampedusa, le grand quotidien national dénonce le cynique et juteux marché de l’accueil des immigrés et demandeurs d’asile en Italie” (…)

http://www.courrierinternational.com/article/2013/12/19/

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Lampedusa, Serge Halimi, Le Monde diplomatique, novembre 2013

“Il y a trente ans, fuir le système politique oppressif de leur pays valait aux candidats à l’exil les louanges des pays riches et de la presse. On estimait alors que les réfugiés avaient « choisi la liberté », c’est-à-dire l’Occident. Un musée honore ainsi à Berlin la mémoire des cent trente-six fugitifs ayant péri entre 1961 et 1989 en essayant de franchir le mur qui coupait la ville en deux.

Les centaines de milliers de Syriens, de Somaliens, d’Erythréens qui, en ce moment, « choisissent la liberté » ne sont pas accueillis avec la même ferveur. A Lampedusa, une grue a été requise, le 12 octobre dernier, pour charger sur un navire de guerre les dépouilles de près de trois cents d’entre eux. Le mur de Berlin de ces boat people fut la mer ; la Sicile, leur cimetière. La nationalité italienne leur a été concédée à titre posthume.  ” (…)

http://www.monde-diplomatique.fr/2013/11/HALIMI/49763

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La verità sul naufragio di Lampedusa, “Così l’Italia ci ha lasciati morire“, Fabrizio Gatti, L’Espresso, 7/11/2013

” Dal barcone naufragato l’11 ottobre erano partite tre telefonate di soccorso alle autorità italiane. Ma la centrale operativa ha perso due ore. E alla fine ha risposto: ‘Chiamate Malta’. Così sono annegati 268 siriani in fuga dalla guerra, tra cui 60 bambini. La video testimonianza di Mohanad Jammo, il medico siriano sopravvissuto, che nella tragedia ha perso due figli.

La morte di 268 profughi siriani, annegati l’11 ottobre a largo di Lampedusa, poteva essere evitata. ”  (…)

http://espresso.repubblica.it/inchieste/2013/11/07/news/

English :

Lampedusa shipwreak: those 268 deads could have been avoided, Fabrizio Gatti, L’Espresso, 7/11/2013

http://espresso.repubblica.it/inchieste/2013/11/07/news/lampedusa-shipwreak-those-268-deads-could-have-been-avoided-1.140418

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I bimbi che l’Europa ha dato in pasto ai pesci, Blog “Undercover”, Fabrizio Gatti, 30/10/2013

“Questi sono i sorrisi, gli sguardi, la vita di decine di bambini siriani, delle loro mamme, dei loro papà di cui i capi di Stato e di governo dell’Unione Europea non hanno voluto occuparsi. Sono i volti e i nomi dei profughi dispersi nel naufragio dell’11 ottobre, a 60 miglia a Sud di Lampedusa, in un tratto del Canale di Sicilia profondo tra gli 80 e i 100 metri. Sono soltanto alcuni dei 242 corpi abbandonati in mare: “Li hanno dati in pasto ai pesci”, protesta uno dei parenti. E’ raccapricciante pensarlo, ma è andata proprio così. Queste fotografie ricordano le vittime dell’11 ottobre nella loro quotidianità.” (…)

http://gatti.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/10/30/I-bimbi-che-lEuropa-ha-dato-in-pasto-ai-pesci/

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I bimbi annegati lasciati in pasto ai pesci. L’Europa rinvia: se ne parla fra otto mesi, L’Espresso, Fabrizio Gatti, 30/10/2013

Le foto e i nomi delle decine di minori siriani morti nel barcone affondato l’11 ottobre a 60 miglia da Lampedusa. La protesta dei familiari. Che lanciano una petizione: “Recuperate i corpi e aprite un’inchiesta”. Ma i capi dei governi Ue hanno deciso di rimandare la discussione a giugno 2014(…)

Tutte le fotografie e i nomi nel blog Undercover

http://espresso.repubblica.it/attualita/2013/10/30/news/

Vedi anche :

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Io clandestino a Lampedusa, Fabrizio Gatti, L’Espresso, 07/10/2005

“Ripescato in mare. Rinchiuso nel centro di permanenza temporanea. L’inviato dell’Espresso ha vissuto una settimana con centinaia di immigrati. Tra soprusi, umiliazioni e condizioni disumane. Poi trasferito in Sicilia e liberato con un foglio di via.” (…)

http://espresso.repubblica.it/attualita/2005/10/07/news/

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Fabrizio Gatti, Bilal sur la route des clandestins, Paris, Ed. Liana Levi, 2008 (trad. de l’italien : Bilal.Il mio viaggio di infiltrato nel mercato dei nuovi schiavi, Roma, Rizzoli, 2007)

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Lampedusa: cérémonie commémorative sans des survivants du naufrage, AFP, lapresse.ca, 21/10/3013

“La cérémonie officielle en hommage aux 366 victimes du naufrage du 3 octobre au large de l’île italienne de Lampedusa s’est tenue lundi après-midi à Agrigente (Sicile) en l’absence des survivants, a constaté un photographe de l’AFP. (…)

À la suite du naufrage, le gouvernement italien avait annoncé la tenue de funérailles nationales pour les victimes mais, entre-temps, environ 200 d’entre elles ont été inhumées dans des cimetières d’Agrigente et de ses environs, sans la présence des autorités nationales.” (…)

http://www.lapresse.ca/international/europe/201310/21/

Lampedusa, l’altro funerale dei sopravvisuti, Piero Messina, L’Espresso, 21/10/ 2013

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“Esclusi dalla cerimonia ufficiale di Agrigento, hanno sfilato per le vie dell’isola per ricordare i compagni di viaggio: parenti e vittime della tragedia del 3 ottobre

Hanno sfilato in silenzio, come un piccolo drappello di fantasmi. Perché in fondo sono fantasmi. Sopravvissuti al naufragio del 3 ottobre di fronte di Lampedusa, ed oggi ospiti nel centro dell’isola, in centinaia hanno voluto ricordare a modo loro i 366 compagni di viaggio – uomini, donne e bambini – morti a pochi metri dal sogno impossibile di sbarcare in Europa. E’ la manifestazione “parallela” che si è svolta oggi a Lampedusa, mentre i riflettori dei media si erano spostati sul litorale di Agrigento per la cerimonia ufficiale.” (…)

http://espresso.repubblica.it/attualita/2013/10/21/news/

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Numeri per nome sulle tombe. Il cimitero dei migranti dimenticati, palermo.repubblica.it, 2/11/2013

Numeri al posto dei nomi su sepolcri grezzi e desolati. Ecco le tombe dei migranti morti in mare a Lampedusa nel cimitero di piano Gatta, ad Agrigento

(Foto di Sandro Catanese) © Divisione La Repubblica Gruppo Editoriale L'Espresso Spa)

http://palermo.repubblica.it/cronaca/2013/11/02/foto

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I bambini di Lampedusa dormono su materassi sporchi e senza coperte, La Repubblica, 31/10/2013

E’ quanto denuncia  Terre des Hommes nel Centro di Primo Soccorso. Le notti nel freddo, senza il rispetto delle più elementari norme igieniche. Ospitati per terra, come animali. Così stanno gli oltre 200 bambini (e 600 adulti) soprattutto siriani, eritrei, somali (…)

http://www.repubblica.it/solidarieta/immigrazione

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Piante, lumi e campane in ricordo della tragedia, La Repubblica, 30/10/2013

Trecentosessantasei piccole piante e altrettanti lumi accesi, accompagnati dai rintocchi della campana nautica. Così, a un mese esatto dal naufragio del 3 ottobre, domenica prossima il Comune di Lampedusa vuole ricordare le vittime di quella tragedia con un rito semplice, ma dal valore fortemente simbolico: la messa a dimora di nuove piante nella Riserva naturale orientata Isola di Lampedusa. ” (…)

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/

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Lampedusa, la tragédie d’une île,  Nathalie Galesne, babelmed.net, novembre 2013

(…) « Lampedusa a eu le destin d’un lieu de frontière. Prison, centre de détention, base militaire… l’Etat italien a passé un pacte diabolique avec ses habitants à qui il a demandé implicitement d’accepter la militarisation de l’île contre une croissance chaotique et illégale sur laquelle il a fermé les yeux. » (Giusi Nicolini, maire de Lampedusa)

http://www.babelmed.net/dossier/39-mediterraneo/13461

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Photo Essay: For Eritrean migrants, there is more dignity in death, Tim Baster and Isabelle Merminod, New Internationalist, 2013/10/18

Tim Baster and Isabelle Merminod capture the painful goodbyes of the survivors of the recent Lampedusa tragedy and the victims’ families.

“On 3 October, a 17 metre long smuggler’s boat sank off the Italian island of Lampedusa. At around 3am around 550 people, mostly Eritreans, fought for their lives in the sea. Officials have given slightly differing figures, but some 370 bodies have now been recovered while 156 survived the sinking.

Approximately 16,000 people died on the EU border from 1998 to 2012 according to UN Special Rapporteur on the Human Rights of Migrants, François Crépeau.

But EU politicians speak of further tightening border control as if turning irregular migration into a security issue will stop people fleeing from repression.” (…)

More : http://newint.org/features/web-exclusive/2013/10/18/

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L’Italie lance la mission « Mare Nostrum »,  Anne Le Nir, La Croix, 16/10/2013

L’opération militaire et humanitaire financée par l’Italie débute mercredi 16 octobre en Sicile, où les débarquements de migrants continuent. Objectif : surveiller vingt-quatre heures sur vingt-quatre la Méditerranée, en particulier le canal de Sicile, afin de sauver le plus grand nombre possible de vies.

” (…) Cette opération militaire et humanitaire se veut un exemple « pour faire comprendre clairement à l’Europe qu’il n’est pas question pour l’Italie de se désengager, mais qu’il faut aussi que ses partenaires fassent de même », a déclaré le ministre de la défense, Mario Mauro, lors de la présentation des détails de la mission aéronavale.” (…)

http://www.la-croix.com/Actualite/Europe/L-Italie-lance

 

Lampedusa, seule mais solidaire des migrants,  Marianne Meunier, La Croix,  13/10/2013

“Le naufrage qui a coûté la vie à plus de 360 migrants érythréens et somaliens, le 3 octobre dernier, jette une lumière tragique sur l’île italienne.

Isolée du reste de la péninsule et sous-équipée, elle ne peut faire face seule à l’immigration vers l’Europe. Fidèles à une tradition d’hospitalité, ses habitants se montrent solidaires.” (…)

http://www.la-croix.com/Actualite/Europe/Lampedusa-seule-

Lampedusa-seule-mais-solidaire-des-migrants_article_main

Le 4 octobre, à Lampedusa, procession à la mémoire des victimes du naufrage. Un homme porte une croix faite avec le bois d’un bateau échoué.

(Tullio M. Puglia / Getty Images/AFP) Source : www.la-croix.com

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Dossier Lampedusa,  Libération

Des migrants de Lampedusa torturés et violés avant leur départ de Libye, AFP, Libération, 8/11/2013

Selon la police italienne, un groupe de 130 réfugiés, passagers du navire qui a coulé le 3 octobre, a subi les pires sévices en juillet avant d’embarquer pour l’Europe.

Des dizaines de migrants, passagers du navire qui a coulé le 3 octobre près de Lampedusa, avaient été séquestrés, torturés et les femmes violées, avant leur départ de Libye, ont indiqué vendredi des enquêteurs italiens en annonçant l’arrestation de deux passeurs. (…)

http://www.liberation.fr/monde/2013/11/08/

Lampedusa : «On n’arrivait pas à séparer les corps pour les remonter», Eric Jozsef, 17 octobre 2013

Le chef de l’équipe de plongeurs chargée de récupérer les cadavres bloqués dans l’épave raconte l’intervention.

A Lampedusa, la chaîne brisée des migrants érythréens, Eric Jozsef, 17 octobre 2013

Des dizaines d’immigrés africains, arrivés en Europe des années plus tôt, sont venus sur l’île italienne pour identifier les cadavres de leurs proches noyés le 3 octobre. Et aider les survivants. (…)

Des dizaines d’Erythréens accourus de toute l’Europe, s’agglutinent des heures durant à proximité du bâtiment dans l’attente d’être invités par les autorités à monter au premier étage pour voir défiler les centaines de portraits des cadavres : «J’ai une photo d’elle avec moi, mais jusqu’à présent, je n’ai pas encore réussi à la reconnaître. Après plusieurs jours dans l’eau salée, les corps sont complètement défigurés.» Dans les rues du petit port, le jeune ouvrier en bâtiment a retrouvé Merhawy, un des compagnons de voyage de sa cousine et l’un des 155 survivants de la tragédie. Ce qui lui permet de nourrir un dernier espoir de la distinguer à partir de ses vêtements.” (…)

Lampedusa naufrage européen, Michel Henry, Libération,  13/10/2013

La mort en mer de 34 nouveaux migrants, vendredi 11 octobre, montre la vacuité de la politique migratoire de l’UE.

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Après Lampedusa, Eurosur ne rassure guère, Danièle Renon, Courrier international.com, 14/10/2013

Le 10 octobre, le Parlement européen a donné son feu vert à la mise en place du programme de surveillance renforcée des frontières extérieures de l’UE. Mais cela peut-il sauver des vies ? Des eurodéputés de gauche et certaines ONG en doutent fortement.

http://www.courrierinternational.com/revue-de-presse/2013/10/14/

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Immigration – Des lois assassines, Annamaria Rivera,  Il Manifesto, Courrier international, 11/10/2013

La tragédie de Lampedusa, en Italie, imputée à tort à des passeurs peu scrupuleux, n’est que la conséquence directe de politiques migratoires trop répressives. (…)

http://www.courrierinternational.com/article/2013/10/11/

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CHAPPATTE-lampedusa2

"Il s'est noyé avant qu'on ait eu le temps de faire quelque chose pour le renvoyer chez lui!"  Dessin de Chappatte paru dans Le Temps, Genève

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DOSSIER : UN NOUVEAU DRAME A LAMPEDUSA, ET RIEN NE CHANGE ? COURRIER INTERNATIONAL.COM

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Le 3 octobre, quelque 500 migrants africains ont fait naufrage à 600 mètres de l’île italienne. Lampedusa, lieu tristement célèbre pour ces tragédies humaines, oblige aujourd’hui l’Europe à repenser sa politique d’immigration.

http://www.courrierinternational.com/dossier/2013/10/10/

Dans ce dossier :

Après Lampedusa, l’opération “Vade retro”

15.10.2013 | Il Manifesto Vade retro, titre le quotidien de gauche en réponse à l’autre expression latine souvent reprise à la une de la presse italienne ce mardi 15 septembre […]

Après Lampedusa, Eurosur ne rassure guère

14.10.2013 | Courrier international Le 10 octobre, le Parlement européen a donné son feu vert à la mise en place du programme de surveillance renforcée des frontières extérieures […]

Lampedusa : des naufragés en quête d’égalité

09.10.2013 | lefaso.net Alors que le bilan de la tragédie s’alourdit d’heure en heure, une question revient sans cesse : à qui la faute? A nous tous. Européens, Africains, […]

L’Europe doit-elle fermer ou ouvrir davantage ses frontières ?

08.10.2013 | Courrier international Au lendemain de la tragédie de Lampedusa qui a fait plus de 300 morts, la classe politique italienne et européenne s’interroge : l’Union européenne […]

Lampedusa : indignation hypocrite et larmes de crocodile

04.10.2013 | Guinée Conakry Info Devant les images insoutenables du naufrage du 3 octobre, le monde se réveille en émoi face au drame de Lampedusa. Mais il n’est que la conséquence […]

Le naufrage d’une politique européenne de l’immigration

04.10.2013 | La Stampa Au lendemain de la tragédie au large de Lampedusa qui a fait au moins 130 morts, l’Union européenne ferait mieux de faire de l’immigration sa […]

Deuil national après le terrible naufrage à Lampedusa

04.10.2013 | Il Tempo “Bienvenue en Italie”, titre, acerbe, le quotidien conservateur.

Le pape à Lampedusa : “Non à l’indifférence”

09.07.2013 | Corriere della Sera Pour son premier voyage hors du Vatican, le pape François a choisi de se rendre, le lundi 8 juillet, sur l’île italienne de Lampedusa, à la rencontre […]

Une prière pour les migrants de Lampedusa

09.07.2013 | Guinée Conakry Info Sur l’île de Lampedusa, le pape François a rendu hommage aux milliers de migrants venus s’échouer sur les côtes de l’Europe. En Afrique, la visite […]

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Lampedusa : la communauté internationale appelle à des mesures, Le Monde avec AFP, 12.10.2013

“Après un nouveau naufrage au sud de Malte qui a coûté la vie vendredi à des dizaines de migrants, le président malien Ibrahim Boubacar Keïta a prôné samedi 12 octobre la tenue d’un sommet sur l’émigration “pour conjurer de nouvelles tragédies”. “Si les événements récents au large de Lampedusa sont d’une horreur particulière et inadmissible, c’est — chaque année — un millier de jeunes Africains, dans la force de l’âge, qui terminent leur rêve d’eldorado dans la Méditerranée, dans la mer Rouge ou dans le Sahara”, a affirmé M. Keïta dans une déclaration.” (…)

http://lemonde.fr/europe/article/2013/10/12/Lampedusa

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Lampedusa, seule au monde, Charlotte Bozonnet, Le Monde, 12.10.2013

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Centre de rétention de Lampedusa. Prévu pour accueillir 250 personnes, il en héberge aujourd'hui plus de 1000. Olivier Jobard / M.Y.O.P./

“Dans son bureau de la petite mairie de Lampedusa, Giusi Nicolini paraît bien seule et fatiguée, ce soir-là. La tête entre les mains, la maire de l’île regarde son téléphone portable qu’elle vient de raccrocher. “Ils en ont trouvé vingt et un de plus”, lâche-t-elle. Vingt et un corps qui viennent s’ajouter aux 254 déjà repêchés, et elle sait que ce n’est pas terminé : plus d’une centaine se trouvent toujours là-bas, prisonniers de l’épave qui gît au fond de l’eau à 600 mètres de la côte.

Six jours après le naufrage tragique de cette embarcation remplie d’un demi-millier de clandestins, l’élue locale avoue “[sa] douleur et [sa] colère devant ces morts absurdes”. Ces centaines de corps, il faut les conserver le temps que la police scientifique fasse son travail. Ils sont entreposés ensuite dans un hangar près de l’aéroport. Les survivants, eux, se sont ajoutés à ceux d’odyssées précédentes dans un centre d’accueil pour étrangers qui déborde : 250 places pour un millier d’occupants. “Nous sommes une petite île. Comment gérer tout ça ?”, soupire Mme Nicolini, d’autant plus en colère qu’elle le sait bien, cela ne s’arrêtera pas demain. Depuis un an qu’elle est maire, il y a eu trois naufrages : “A Lampedusa, nous sommes dans une situation d’urgence permanente” (…)

http://lemonde.fr/international/article/2013/10/12

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Barroso et Letta conspués à leur arrivée à Lampedusa, Il Manifesto, Courrier international, 10 octobre 2013

“”Naufrage”, titre le quotidien, sur une photo rassemblant José Manuel Barroso et Enrico Letta lors de leur visite à Lampedusa le 9 octobre, une semaine après le naufrage qui a fait au moins 300 morts au large de l’île. Le président de la Commission européenne et le président du Conseil italien y ont été accueillis par des sifflets et des invectives – “Honte !”, “Assassins !” – d’une partie des habitants.

“Je demande pardon et j’ai honte pour ce qui s’est passé”, a déclaré Enrico Letta, qui s’est recueilli sur les dépouilles des victimes alignées dans un hangar. De son côté, la maire de Lampedusa, Giusi Nicolini, a fustigé les lois italiennes qui “pénalisent l’immigration clandestine”. Elle a également dénoncé le fait que certains migrants n’ont même pas une tente sous laquelle s’abriter. Trente millions d’euros vont être versés par Bruxelles à l’Italie pour la rénovation des centres d’accueil de migrants, a annoncé Barroso.”

http://www.courrierinternational.com/une/2013/10/10/

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Lampedusa : pour une autre politique migratoire en Europe, (tribune) Michel Agier, Le Monde, 08.10.2013

“S’émouvoir bien sûr. Plus de 210 morts et près de 150 disparus, tel est le bilan à ce jour du naufrage en Méditerranée d’une embarcation où s’étaient risqués des migrants somaliens et érythréens principalement. Le temps de l’émotion est largement mérité pour celles et ceux qui sont déjà morts en Méditerranée ces dernières années, comme il est mérité pour les survivants qui ont affronté l’horreur de la traversée mais aussi les conditions déplorables de la clandestinité dans laquelle les administrations européennes ont décidé de les enfermer. Car créer des “clandestins”, c’est bien la décision d’un Etat (qui peut aussi bien décider de les “régulariser”).

Combien d’émotion faudra-t-il pour qu’on arrête de s’émouvoir et qu’on commence à réfléchir aux dispositifs mortifères que l’Europe a mis en place depuis les années 1990 contre les migrants pour faire le tri, excluant les indésirables (ils viennent surtout des pays dits “du Sud”), les rejetant ou les maintenant dans une clandestinité propice à la surexploitation de leur travail, ou en attente dans des camps ?” (…)

http://lemonde.fr/idees/article/2013/10/08/lampedusa-

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De Lampedusa à Calais, le drame de l’Europe, Carine Fouteau, mediapart.fr, 04/10/2013

En vingt ans, près de 25 000 personnes sont mortes en Méditerranée en tentant de rejoindre l’Europe. Des voix s’élèvent de toutes parts pour dénoncer cette hécatombe. Mais quel crédit donner aux larmes des responsables politiques européens qui n’ont de cesse d’ériger des murs autour du vieux continent ? Les symboles se percutent : peu après le drame de Lampedusa, des policiers français sont intervenus à Calais pour expulser des exilés syriens, avant d’interrompre leur opération.

“Le port de Lampedusa transformé en morgue à ciel ouvert et la mer Méditerranée en cimetière migratoire. Combien de morts faudra-t-il pour que les pays de la rive nord de la Méditerranée prennent conscience de leur part de responsabilité dans les drames qui se succèdent à leurs portes ? 300 ? Davantage ? ”   (…)

http://www.mediapart.fr/journal/france/041013/de-lampedusa-calais-le-drame-de-l-europe

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Lampedusa, l’île où l’on ne “vient” pas, Elise Vincent, Le Monde,  08.07.2013

“Depuis des années, l’île de Lampedusa où s’est rendu le pape François, lundi 8 juillet, est sans doute l’endroit qui incarne le plus toutes les tensions et les drames liés aux flux migratoires qui convergent vers l’Europe. Cet îlot de 20 km2 est situé à environ 100 km des côtes nord-africaines et 200 km de la Sicile. Or, chaque été, dès que la mer redevient calme, les arrivées de migrants à bord d’embarcation de fortune reprennent, et avec elles, leur lot de morts anonymes.

On ne “vient” pas, pourtant, à Lampedusa. On l’évite, en principe. C’est par défaut que la plupart des candidats à l’émigration s’y retrouvent. L’objectif des embarcations est généralement la Sicile, une île plus grande, où il existe de nombreuses criques non surveillées pour accoster. “Ceux qui échouent à Lampedusa sont seulement ceux qui ont été interceptés en mer ou qui ont appelé pour être sauvés”, décrypte William Spindler, responsable de la communication aux Haut commissariat pour les réfugiés (HCR).” (…)

http://lemonde.fr/societe/article/2013/07/08/lampedusa-

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Dossier : La forteresse Europe face à l’afflux de migrants, L’Express, 2013

Le drame de Lampedusa (3 octobre 2013) où près de 300 migrants en provenance de Libye ont trouvé la mort lors d’un naufrage met en relief les carences de la politique migratoire de l’Union européenne.

http://www.lexpress.fr/actualite/monde/schengen-en-question_986829.html

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Crédit photo :  afp.com/Roberto Salomone

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Drame de Lampedusa : Le coût mortel du contrôle accru des frontières, Hein de Haas, De Morgen Bruxelles, PressEurop, 8 octobre 2013

“Suite à la catastrophe maritime du 3 octobre au large de Lampedusa qui a coûté la vie à quelques centaines de réfugiés et migrants, les gouvernements et organisations internationales réclament à grands cris une “action ferme contre le trafic d’êtres humains”. Cela a été la réaction standard chaque fois qu’une tragédie similaire se produisait devant les côtes méridionales de l’Europe. Ce type de logique inverse cependant la causalité des événements. C’est justement l’augmentation des contrôles aux frontières qui oblige les migrants à prendre des itinéraires plus dangereux et qui les a rendus de plus en plus dépendants des trafiquants d’êtres humains pour passer la frontière ” (…)

http://www.presseurop.eu/fr/content/article/4211401

 

 

 

 

Lampedusa / Le point de vue des ONG

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Lampedusa : L’Europe assassine

” Le nouveau naufrage dans lequel ont péri ou disparu, tout près de l’île de Lampedusa, au moins 300 personnes parmi les 500 passagers d’un bateau en provenance de Libye, n’est pas dû à la fatalité. En 2010, au même endroit, deux naufrages simultanés avaient provoqué près de 400 victimes. En 2009, 200 personnes se sont noyées au large de la Sicile. Pour les seuls six premiers mois de l’année 2011, le HCR estimait à 1 500 le nombre de boat people ayant trouvé la mort en tentant d’atteindre les rives de l’île de Malte ou de l’Italie. Depuis le milieu des années 90, la guerre menée par l’Europe contre les migrants a tué au moins 20 000 personnes en Méditerranée.

La guerre ? Comment nommer autrement la mise en place délibérée de dispositifs de contrôles frontaliers destinés, au nom de la lutte contre l’immigration irrégulière, à repousser celles et ceux que chassent de chez eux la misère et les persécutions ? Ces dispositifs ont pour nom Frontex, l’agence européenne des frontières, qui déploie depuis 2005 ses navires, ses hélicoptères, ses avions, ses radars, ses caméras thermiques et bientôt ses drones depuis le détroit de Gibraltar jusqu’aux îles grecques pour protéger l’Europe des « indésirables ». Ou encore Eurosur, un système coordonné de surveillance qui, depuis 2011, fait appel aux technologies de pointe pour militariser les frontières extérieures de l’Union européenne afin de limiter le nombre d’immigrants irréguliers qui y pénètrent. Comment nommer autrement la collaboration imposée par l’Europe aux pays de transit des migrants – Libye, Algérie, Tunisie, Maroc – afin qu’ils jouent le rôle de garde-chiourmes et les dissuadent de prendre la route du nord, au prix de rafles, arrestations, mauvais traitements, séquestrations ? ” (…)

http://www.migreurop.org/article2283.html

Frontex : surveiller ou sauver des vies ?

” Six jours après le « drame de Lampedusa », alors que le nombre de victimes ne cesse d’augmenter et que les recherches en mer continuent, la commissaire européenne aux affaires intérieures, Cecilia Malmström,  transmet un message hypocrite et mensonger : la solution pour prévenir les morts en mer serait d’accélérer la mise en place d’Eurosur pour mieux surveiller les bateaux de réfugiés, et d’investir des ressources supplémentaires afin de lancer une grande opération de sauvetage en Méditerranée sous l’égide de l’agence Frontex.

Mais à quoi sert Frontex ? Pourquoi aucun secours n’a-t-il été porté au bateau qui a fait naufrage le 3 octobre à quelques miles marins de Lampedusa ? Comment, avec neuf patrouilles de la Guardia Costiera, une patrouille de la Guardia di Finanza, des bateaux militaires et des avions de surveillance, aucune information n’est-elle arrivée à temps sur l’île ? Jusqu’au 1er octobre 2013, un navire de la Guardia Civil espagnole mouillait à Lampedusa. Faisait-il partie de l’opération Hermes coordonnée par l’agence Frontex, le matin du drame ? Et si oui, que faisait-il pendant que des centaines de réfugiés se noyaient ?” ( …)

http://www.migreurop.org/article2291.html

Déclaration commune aux Chefs d’États et de gouvernements pour le Conseil européen des 24 et 25 octobre 2013

” Au lendemain du naufrage qui a coûté la vie à plus de 300 personnes à proximité des côtes de l’île de Lampedusa le 3 octobre, le réseau Migreurop, avec un grand nombre d’organisations du sud et du nord de la Méditerranée, a interpellé l’opinion sur la responsabilité des États européens et des pays qui collaborent à la politique migratoire de l’UE et les membres du Parlement européen sur le rôle joué par l’Agence européenne des frontières, Frontex .

À la veille du Conseil européen, Migreurop demande aux chefs d’État et de gouvernement de renoncer aux politiques sécuritaires et répressives qui ont jusqu’ici tenu lieu de politique d’asile et d’immigration.

Les deux récents naufrages près des côtes italiennes de bateaux transportant des personnes migrantes ont coûté la vie à prés de 400 personnes. Ils ont ouvert un débat sur les politiques européennes d’asile et d’immigration et suscité les réactions officielles de représentants de la Commission européenne et de responsables politiques des États membres appelant à une réforme de ces politiques. ” (…)

http://www.migreurop.org/article2302.html

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TERRE DES HOMMES

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Lampedusa, inaccettabili le condizioni di accoglienza dei bambini. Terre des Hommes propone sei soluzioni concrete e rapide per ristabilire il diritto umanitario

Le condizioni di accoglienza dei bambini al Centro di Primo Soccorso di Lampedusa sono assolutamente inaccettabili. Preposto all’accoglienza di massimo 250 persone, il centro ne accoglie oggi circa 800 di cui circa 200 sono bambini piccoli. Si tratta per lo più di nuclei familiari molto numerosi, con quattro o cinque bambini, anche neonati.

“Vederli costretti a dormire per terra, su materassi sporchi e senza coperte, nel freddo della notte isolana, non è più ammissibile”, dichiara Federica Giannotta, Responsabile Advocacy di Terre des Hommes.  (…)

Terre des Hommes pertanto chiede al Governo Italiano :

1.    Che venga riattivato immediatamente il meccanismo dei trasferimenti dal CSPA a strutture d’accoglienze adeguate con priorità assoluta per bambini e famiglie e minori non accompagnati.

2.    Che la loro permanenza nel CSPA o altro luogo che si volesse finalmente scegliere per la loro accoglienza sia comunque il più breve possibile, come previsto dalle norme italiane in materia di accoglienza e le persone non debbano essere private della libertà personale

3.    Che a livello Europeo sia rapidamente posta in essere una revisione del Regolamento Dublino

4.    Che siano istituiti dei canali umanitari a protezione delle persone migranti in arrivo in Italia per evitare che tragedie come quelle recenti abbiano ancora a verificarsi.

5.    Che il ‘mare nostrum’ diventi il luogo in cui meccanismi di protezione efficace e tempestiva trovino effettiva applicazione per salvaguardare vite umane ed i loro diritti.

6.    Che si trasferiscano, previo accordo con la popolazione locale, le famiglie con i bambini nelle strutture libere (30.000 posti disponibili per i turisti praticamente vuoti nella stagione fredda) di Lampedusa in attesa del loro tempestivo trasferimento in strutture d’accoglienza definitive.” (…)

http://terredeshommes.it/comunicati/lampedusa-

La testimonianza di Lilian Pizzi da Lampedusa, Terre des Hommes

“(…) Mi chiedo: che risposta sarà data alla sofferenza di questi superstiti quando lasceranno Lampedusa? l’attenzione si concentrerà sugli aspetti traumatici intrapsichici, se ne darà una misura, magari in termini di una diagnosi – quella del post-traumatic stress disorder – che isolerebbe, in questo caso, la dimensione biologica della sofferenza dall’intenzionalità della violenza che l’ha provocata? Ma come si interverrà sull’eccesso di questo dolore? Chi ci assicura che saremo capaci di curare le ferite – individuali e collettive- che noi stessi abbiamo provocato, con le nostre politiche? Sulla base di quale concetto razzista e ottuso di ‘civiltà’ crederemo di potere supportare queste persone che raggruppiamo arbitrariamente in categorie per dire loro quali bisogni debbano avere una volta arrivati qua? Non hanno bisogno di noi se noi siamo coloro che – nuovamente- li ingannano, li controllano, dicono loro addirittura come esprimere e come chiamare, ovviamente con le migliori intenzioni ‘civilizzatrici’, la loro sofferenza.

Per la sofferenza di ogni persona sopravvissuta al naufragio, adulta o minore che sia, non basteranno forse anni a stemperarsi. Ognuno di loro, speriamo, ce la farà ma in questo momento, in quanto psicologo e psicoterapeuta sarei complice del sistema di violenza ordinato che consente questi naufragi se del dolore di queste persone vedessi solo la dimensione individuale e non riconoscessi, come è invece doveroso, la ferita collettiva inferta a una popolazione che va aggiungersi ed è in continuità a quelle che storicamente si porta sulla pelle chi viene dal continente africano. Proprio perché immersi in una retorica umanitaria – che talvolta sembra l’unico modo per avvicinarsi al dolore inflitto senza considerare le complicità tra gli attori del teatro in cui la violenza si produce e riproduce- e che rischia di occultare ancora il problema reale, è legittimo chiedersi se la prossima legge sulla migrazione saprà farsi carico di questa verità storica per rispondere alle domande dei sopravvissuti, che sono le stesse delle persone scomparse oggi pubblicamente compiante.”

Lilian Pizzi, Psicologa, psicoterapeuta, Coordinatrice Progetto Faro III Terre des Hommes, Supporto psicologico e psicosociale ai minori migranti e alle famiglie con bambini in arrivo a Lampedusa       http://terredeshommes.it/comunicati/

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PROGETTO MELTING POT EUROPA

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La Carta di Lampedusa, meltingpot.org, febbraio 2014

Testo approvato a Lampedusa l’1 Febbraio 2014

PREAMBOLO

“La Carta di Lampedusa è un patto che unisce tutte le realtà e le persone che la sottoscrivono nell’impegno di affermare, praticare e difendere i principi in essa contenuti, nei modi, nei linguaggi e con le azioni che ogni firmatario/a riterrà opportuno utilizzare e mettere in atto.

La Carta di Lampedusa è il risultato di un processo costituente e di costruzione di un diritto dal basso che si è articolato attraverso l’incontro di molteplici realtà e persone che si sono ritrovate a Lampedusa dal 31 gennaio al 2 febbraio 2014, dopo la morte di più di 600 donne, uomini e bambini nei naufragi del 3 e dell’11 ottobre 2013, ultimi episodi di un Mediterraneo trasformatosi in cimitero marino per le responsabilità delle politiche di governo e di controllo delle migrazioni.

La Carta di Lampedusa non è una proposta di legge o una richiesta agli stati e ai governi.

Da molti anni le politiche di governo e di controllo dei movimenti delle persone, elemento funzionale alle politiche economiche contemporanee, promuovono la disuguaglianza e lo sfruttamento, fenomeni che si sono acuiti nella crisi economica e finanziaria di questi primi anni del nuovo millennio. L’Unione europea, in particolare, anche attraverso le sue scelte nelle politiche migratorie, sta disegnando una geografia politica, territoriale ed esistenziale per noi del tutto inaccettabile, basata su percorsi di esclusione e confinamento della mobilità, attraverso la separazione tra persone che hanno il diritto di muoversi liberamente e altre che per poterlo fare devono attraversare infiniti ostacoli, non ultimo quello del rischio della propria vita. La Carta di Lampedusa afferma come indispensabile una radicale trasformazione dei rapporti sociali, economici, politici, culturali e giuridici – che caratterizzano l’attuale sistema e che sono a fondamento dell’ingiustizia globale subita da milioni di persone – a partire dalla costruzione di un’alternativa fondata sulla libertà e sulle possibilità di vita di tutte e tutti senza preclusione alcuna che si basi sulla nazionalità, cittadinanza e/o luogo di nascita.

La Carta di Lampedusa si fonda sul riconoscimento che tutte e tutti in quanto esseri umani abitiamo la terra come spazio condiviso e che tale appartenenza comune debba essere rispettata. Le differenze devono essere considerate una ricchezza e una fonte di nuove possibilità e mai strumentalizzate per costruire delle barriere.

La Carta di Lampedusa assume l’intero pianeta come spazio di applicazione di quanto sancisce, il Mediterraneo come suo luogo di origine e, al centro del Mediterraneo, l’isola di Lampedusa. Le politiche di governo e di controllo delle migrazioni hanno imposto a quest’isola il ruolo di frontiera e confine, di spazio di attraversamento obbligato, fino a causare la morte di decine di migliaia di persone nel tentativo di raggiungerla. Con la Carta di Lampedusa si vuole, invece, restituire il destino dell’isola a se stessa e a chi la abita. È a partire da questo primo rovesciamento dei percorsi fino ad oggi costruiti dalle regole politiche ed economiche predominanti, che la Carta di Lampedusa vuole muoversi nel mondo.

Indipendentemente dal fatto che il diritto dal basso proclamato dalla Carta di Lampedusa venga riconosciuto dalle attuali forme istituzionali, statali e/o sovrastatali, ci impegniamo, sottoscrivendola, ad affermarla e a metterla in atto ovunque nelle nostre pratiche di lotta politica, sociale e culturale

La Carta di Lampedusa è divisa in due parti che rispecchiano la tensione tra i nostri desideri e le nostre convinzioni e la realtà del mondo che abitiamo. La Parte Prima elenca i nostri principi di fondo da cui muoveranno tutte le lotte e le battaglie che si svilupperanno a partire dalla Carta di Lampedusa. La Parte Seconda risponde invece alla necessità di confrontarsi con la realtà disegnata dalle attuali politiche migratorie e di militarizzazione dei confini, con il razzismo, le discriminazioni, lo sfruttamento, le diseguaglianze, i confinamenti e la morte degli esseri umani che esse producono, affermando, rispetto a tale realtà, i punti necessari per un suo complessivo cambiamento

(testo completo) :

http://www.meltingpot.org/La-Carta-di-Lampedusa-18912.html#.U6bvFaqKC1K

http://www.lacartadilampedusa.org/

Appello per l’apertura di un canale umanitario fino all’Europa per il diritto d’asilo européo, meltingpot.org

Ai Ministri della Repubblica, ai presidenti delle Camere, alle istituzioni europee, alle organizzazioni internazionali

A cadenza ormai quotidiana la cronaca racconta la tragedia che continua a consumarsi nel mezzo del confine blu: il Mar Mediterraneo.

Proprio in queste ore arriva la notizia di centinaia di cadaveri raccolti in mare, ragazzi, donne e bambini rovesciati in acqua dopo l’incendio scoppiato a bordo di un barcone diretto verso l’Europa.

Si tratta di richiedenti asilo, donne e uomini in fuga da guerra e persecuzioni, così come gli altri inghiottiti da mare nel corso di questi decenni: oltre 20.000.

Lo spettacolo della frontiera Sud ci ha abituato a guardare l’incessante susseguirsi di queste tragedie con gli occhi di chi, impotente, può solo sperare che ogni naufragio sia l’ultimo. Come se non vi fosse altro modo di guardare a chi fugge dalla guerra che con gli occhi di chi attende l’approdo di una barca, a volte per soccorrerla, altre per respingerla, altre ancora per recuperarne il relitto.

Per questo le lacrime e le parole dell’Europa che piange i morti del confine faticano a non suonare come retoriche.

Perché l’Europa capace di proiettare la sua sovranità fin all’interno del continente africano per esternalizzare le frontiere, finanziare centri di detenzione, pattugliare e respingere, ha invece il dovere, a fronte di questa continua richiesta di aiuto, di far si che chi fugge dalla morte per raggiungere l’Europa, non trovi la morte nel suo cammino   (…)

http://www.meltingpot.org/Appello-

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Lire :

Alessandra Sciurba et Filippo Furri, « Au-delà de la frontière : la Charte de Lampedusa, un exemple de réécriture des droits contre la logique de l’enfermement », Éthique publique, vol. 17, n° 1 | 2015

http://ethiquepublique.revues.org/1746

 

 

 

Lampedusa / Ressources réflexives

* Evelyne Ritaine, “Le bois des épaves”,

dans le cadre du projet Displaced Objects, Non lieux de l’exil,   http://displacedobjects.com/

http://displacedobjects.com/2015/12/18/le-bois-des-epaves-evelyne-ritaine/

Chaises fabriquées par Cucula, Berlin (Facebook Cucula)
Chaises fabriquées par Cucula, Berlin, à partir du bois des épaves de Lampedusa (@Facebook Cucula)

* Paolo Cuttitta, “‘Borderizing’ the Island. Setting and Narratives of the Lampedusa ‘Border Play’”,    

ACME, 2014, 13(2), 196-21

lampedusapapeAFRReuterslaReppAbstract :

The island of Lampedusa is known as an EU border hotspot. Its high degree of ‘borderness’, though, is less the result of its geographical location than the product of a ‘borderization’ process carried out through specific policies, practices and discourses. The introduction explains what Lampedusa’s ‘borderness’ consists in: irregular landings and the changed anthropic and human landscape have turned the island into an ideal observatory for all major issues of the current debate on migration-related border controls. The first section analyses the main factors of the ‘borderization’ process. Specific political choices (establishing a detention centre, concentrating migrants, dispatching border guards, employing patrol boats, involving humanitarian workers etc.) suggest that borders are the result of the placing and interaction of ‘spatial bodies’, as well as of legislative measures and international relations. The paper also regards Italian immigration control policies as a ‘political spectacle’, and Lampedusa as the theatre of the ‘border play’. The second section therefore analyses the two narratives (the securitarian one of the ‘tough’ and the humanitarian one of the ‘humane’ border) prevailing in five different acts of the play, and shows that both are strictly connected and serve thesame purpose of governing and managing human mobility.

Télécharger PDF :  CuttittaACME2014

Crédit photo : AFP Reuters, La Repubblica

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* Paolo Cuttitta,  Lo spettacolo del confine. Lampedusa tra produzione e messa in scena della frontiera,  Milano, Mimesis (Eterotopie), 2012.

Voir :    http://enigmur.hypotheses.org/2109

Porta di Lampedusa Porta d'Europa, M. Palladino @S. Bonnefille, 2014
Porta di Lampedusa Porta d’Europa, M. Palladino, Lampedusa, @S. Bonnefille, 2014

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* Paolo Cuttitta, “Lampedusa – Aprite quella porta”, meltingpot.org, 8/10/2013

“L’ultima tragedia consumatasi nel mare di Lampedusa, con la coda delle due petizioni aperte alla firma (una per candidare Lampedusa al premio Nobel per la pace, l’altra per l’apertura di un corridoio umanitario), fornisce lo spunto per una riflessione sul ruolo della retorica dell’umanitarismo e dei diritti umani nelle politiche migratorie.

Si tratta, in effetti, di un ruolo importante; in primo luogo perché criteri umanitari sono alla base delle distinzioni canoniche tra profughi e migranti economici, tra migrazione forzata e migrazione volontaria. L’umanitarizzazione di una categoria – il riconoscimento del diritto di determinati individui all’asilo – finisce quindi per tradursi nella condanna più netta degli altri, di quelli ai quali i criteri umanitari non si applicano. La linea del confine tra “profughi” e “clandestini”, insomma, è tracciata con la matita umanitaria (una matita, in effetti, e non l’inchiostro, perché i confini di status degli stranieri sono per definizione effimeri, devono potersi cancellare e ridisegnare continuamente). L’esigenza di tutelare i diritti umani dei migranti – individuando chi ha diritto all’asilo, in modo da garantirglielo – può quindi essere utilizzata per giustificare misure più restrittive nei confronti di chi a tale diritto non può aspirare, fino a legittimare la stigmatizzazione dei “clandestini”. È il principio tante volte affermato dai nostri governanti: accoglienza per i meritevoli di protezione, pugno duro per gli irregolari.” (…)

http://www.meltingpot.org/Lampedusa-Aprite

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lampedusa-beach-

Lina Prosa, Lampedusa Beach,

suivi de Cassandre on the road et de Programme-Penthésilée : entraînement pour la bataille finale, Paris, Les Solitaires intempestifs, 2012 (Traduit de l’Italien par Jean-Paul Manganaro)

”Le matelot ne dit pas toujours la vérité…

une fois il est revenu en arrière mais avec la moitié seulement des voyageurs

on n’a jamais rien su de l’autre moitié…

une autre fois il a vidé le bateau en pleine mer

comme une casserole d’eau sale…

tout cela parce que le clandestin

est privé de la vérité… on le garde à l’obscur de tout.

Il n’a jamais vu une carte postale de Lampedusa.

Il n’en a jamais reçu.

Il ne sait pas de quoi il s’agit.

Quand on le fait débarquer rien ne dit qu’il est à Lampedusa.”

Lampedusa Beach a obtenu le prix national “Annalisa Scafi” pour le théâtre public à Rome en 2005 et le prix “Anima” pour le théâtre en 2007 http://www.solitairesintempestifs.com/livres/463-lampedusa-beach

Triptyque du naufrage (Lampedusa), Lina Prosa, a été présenté au Théâtre du Vieux-Colombier (Comédie française), Paris, janvier-février 2014

Voir  : http://enigmur.hypotheses.org/3012

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Théâtre Senza, Valentina Zagaria : Miraculi

De l’anthropologie au théâtre : Miraculi, un spectacle porteur d’histoire, , profondeurdechamps,   26/03/2015

zagaria

” Au cours de ses études d’anthropologie et de droit à la London School of Economics, la fondatrice de la compagnie Théâtre Senza, Valentina Zagaria, a centré son mémoire de recherche sur le terrain sur l’étude du phénomène de migration sur l’île de Lampedusa. C’est après un an de pratique du théâtre à l’école Jacques Lecoq qu’elle choisit de monter, à partir de ses recherches, un spectacle dénonçant les conditions de vie des migrants mais dépeignant aussi le quotidien des habitants de l’île. Entretien avec une jeune artiste-chercheuse.

 Pourquoi t’es-tu intéressée à ce sujet au départ ?

Valentina Zagaria : L’année précédant mon mémoire, un très bon ami à moi que j’avais rencontré en Suisse et qui venait de Zambie est mort aux Etats-Unis. Je n’ai pas pu aller aux funérailles, et n’ai jamais vu sa tombe. C’était très difficile pour moi de faire le deuil. Au même moment, je lisais dans les journaux italiens que des gens en provenance de Libye et de Tunisie disparaissaient en essayant de faire un voyage vers Lampedusa. Je me suis alors posé la question de savoir ce que devenaient les corps des naufragés, et même de ce qu’il advenait d’un corps après la mort. Ces événements résonnaient en moi et faisaient écho à ma propre histoire. De plus, j’étais déjà allée à Lampedusa à l’âge de trois ans et il y avait des photos chez mes parents. Je me sentais attirée par cette île.” (…)

http://profondeurdechamps.com/2015/03/26/de-lanthropologie-au-theatre-miraculi-un-spectacle-porteur-dhistoire/

Voir aussi : Valentina Zagaria :

Why the differences between Lampedusa (the place) and Lampedusa (the play) matter.

 

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TERRAFERMA, Film de Emanuele Crialese, 2011,

Grand prix du jury Mostra de Venise, 2011

Synopsis : Sur l’île italienne de Linosa (dépendant de Lampedusa) au large des côtes de la Tunisie et au sud de la Sicile, la pêche traditionnelle est devenue non rentable et fait place au tourisme. Au cours d’un été où îliens et touristes se mélangent, l’île est accostée par des groupes entiers d’immigrés clandestins venus d’Afrique. Les familles de pêcheurs, déclassées socialement à la suite des difficultés de l’économie de la pêche, essaient, non sans mal, de cohabiter avec les nouveaux arrivants. Jeunes et anciens, parents et enfants, se confrontent sur l’attitude à tenir face à la détresse des réfugiés : ne pas leur venir en secours en mer et les dénoncer aux autorités comme la loi les y incite ou respecter les valeurs morales et la solidarité de l’île héritées du travail de la mer.

Voir : Lampedusa, « terre de désespoir », est le personnage de « Terraferma », Louis Lepron,  Rue89, 15/03/2012 http://www.rue89.com/rue89-culture/2012/03/15/

En complément : RESPIRO, film d’Emanuel Crialese, 2002,  Grand Prix de la Semaine Internationale de la Critique, Festival de Cannes 2002

Une représentation de ce qu’était la vie traditionnelle sur l’île de Lampedusa : synopsis : “Grazia ne cadre pas avec le mode de vie en usage sur la petite île italienne de Lampedusa, principalement peuplée de pêcheurs. Pendant que les hommes partent en mer, les femmes travaillent à la petite usine locale où elles salent le poisson. Grazia, par son comportement enfantin et provocateur, ne cesse d’agacer les commères. Après s’être baignée nue, elle libère tous les chiens errants retenus au château. Pour les villageois, c’en est trop ! Parce qu’ils la pensent folle, ils obligent son mari à la placer dans un hôpital psychiatrique de Milan. Grazia, éprise de liberté, se cache dans les grottes en bord de mer, ravitaillée par son fils” (Telerama)

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Lampedusa – Paris : Carnet De Voyage , Emiliano Pappacena, documentaire, Italie, 2012

Lampedusa – Paris : Carnet de voyage est un documentaire « sur la route », au cours duquel le réalisateur voyage aux côtés d’un groupe de jeunes tunisiens qui ont fui leur pays suite à la révolution du Printemps Arabe.

Au cours de ce voyage, qui débute à Lampedusa et s’achève un an plus tard à Paris, nous partageons les émotions, les rêves et les peurs de ces jeunes immigrés qui, une fois à destination, devront se rendre à l’évidence : il découvrent une Europe bien différente de ce à quoi ils s’attendaient.

Titre original: Lampedusa-Parigi: diario di viaggio

http://www.daimonproduction.com/fr/documentaries/

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Lampedusa non è un’isola. Profughi e migranti alle porte dell’Italia

Rapporto dedicato agli immigranti e ai richiedenti asilo redatto da A Buon Diritto Onlus sotto la direzione di un comitato scientifico composto da Laura Balbo, Luigi Ferrajoli, Tamar Pitch, Giorgio Rebuffa, Eligio Resta e Stefano Rodotà. Un vero e proprio dossier dei fatti, delle cronache e degli avvenimenti istituzionali, accaduti nel 2011.

Dalla lettura di quella ricostruzione emerge che, come in un gioco di cerchi concentrici, la crisi dello scorso anno si iscrive dentro un indirizzo di politiche sull’immigrazione perseguite in maniera determinata dall’inizio della legislatura, che a sua volta riprende la torsione data nel 2002 al Testo Unico dalla “legge Bossi-Fini”. (…)

PDF :  Lampedusanoneunisola

http://www.italiarazzismo.it/